Una gita all’Ofanto
L’Ofanto tra storia e natura
Una gita all’Ofanto
Il giorno 20/04/15 le classi 1°F e 1°E dell’ I.C. Verdi-Cafarohanno partecipato alla visita di istruzione presso il fiume Ofanto. Appena giunti gli alunni hanno visitato il ponte Romano, che si trova a 2 km da Canosa e risale all’epoca dell’imperatore Traiano. Si udiva il suono del vento, dell’acqua e il cinguettio degli uccelli ma nelle vicinanze del ponte abbiamo potuto osservare anche la presenza di rifiuti bruciati. Il signor Luciano, la nostra guida ci ha spiegato il funzionamento della bussola e il modo di orientarci in base all’altezza del sole. Il ponte fu costruito con materiali locali mail parapetto del lato sinistroè tuttora composto dai materiali originali mentre quellodel lato destro è stato restaurato. Terminata la visita al ponte, il signor Luciano ci ha spiegato che analizzando alcuni macro invertebrati è possibile capire il livello di inquinamento delle acque. Poi ci ha detto che la profondità di un fiume si calcola dall’alveo al fondo del letto. Sul fiume, poco prima del ponte Romano, c’è una cascatella artificiale detta“briglia”, cui scopo è rallentare la corrente dell’acqua che altrimenti potrebbe danneggiare il ponte.Quando il livello dell’acqua aumenta si dice che il fiume è in piena; a volte esso straripa,cioè l’acqua è così abbondante che supera gli argini. Altre volte, invece, il fiume è in secca e in questi casi si può vedere il suo greto.Nel mezzo del fiume ci sono delle isole fluviali che si sono formate grazie ai detriti che si depositano sul letto. La nostra guida, ironicamente, ci ha invitatoa porgli delle domande perché dare informazioni ai bambini è la sua ricarica di energia. Noi, allora, gli abbiamo chiesto informazioni sulla vegetazione circostante. Lui ci ha spiegato che in quella zona crescono:
- le cannucce di palude che sono di colore bianco e sono utilizzate nella bioarchitettura perché resistenti e isolanti;
- le canne comuni, di colore verde, hanno un’ altezza media di 5 – 6 metri;
- gli alberi con chioma a palla o a punta. Tra primi,che crescono in quella zona, ci sono il Pioppo Nero (nome latino:pioppus nigris) e il Pioppo Bianco (nome latino:pioppusalbaes). Tra i secondi ci sono i salici bianchi (nome latino:salix-albaes).
Nel fiume vivonotuttora pesci-gatto, carpe,anguille ma molte altre specie, prima presenti, sono ormai estinte. Poco dopo abbiamo raccolto campioni di erbe selvatiche e di ciascuna il Signor Luciano ci ha spiegato le proprietà più importanti: la malva, ad esempio, serve per curare malattie respiratorie, dall’ euforbia, invece,è ricavato un lattice usato per produrre saponi. Infine abbiamo preso un campione di sabbia. Terminata l’ escursione siamo partiti per Trinitapoli, Casa Ramsar, un centro di educazione ambientale che si propone l’obiettivo di educare i cittadini alla protezione dell’ambiente e in particolare delle zone umide come, appunto, il territorio dell’ Ofanto. In questo laboratorio abbiamo parlato dei macro invertebrati che si trovano sul letto del fiume, vermi, larve di insetti e piccoli molluschi che sono tutti indicatori biologici. Dopo la visita a casa Ramsar siamo tornati ad Andria, felici per aver trascorso una giornata divertente e al tempo stesso istruttiva.
Rosalinda Porro – Melissa Regano
Classe I F